Il nome del locale, con ampio dehors estivo, viene dalla sua particolare posizione geografica: è situato in un punto in cui abitualmente, il torrente Parma che taglia in due la città, rompeva gli argini allagando i terreni circostanti. Dal 1984 ogni giorno è di fuoco per Antonio Di Vita, patron di questo locale che cura personalmente il grande braciere scegliendo il tipo di legna, tipica dell’Appennino parmense, che lo alimenta, vegliando sulla cottura dei differenti tagli di carni, italiane e non, che ivi si avvicendano (costate e fiorentine vanno dai 75 ai 140 euro al chilo).
Potrebbe bastare così per i molti che non resistono al fascino della brace. Ma le attrattive gastronomiche sono varie e degne di nota. Qui, infatti, i classici della cucina parmigiana trovano una realizzazione di ottimo livello. A cominciare dagli opulenti Tortelli di zucca o di erbetta che spiccano non solo per i rispettivi ripieni ma anche per la pasta, elastica e di nerbo, che li avvolge, per poi arrivare ai fini Anolini in brodo, passando per le eleganti Lasagne al ragù di Angus. Dulcis in fundo? Il sontuoso Gelato al fiordilatte, l’imperdibile Ananas caramellata allo spiedo servita con gelato alla crema e le strepitose Praline di cioccolato.
Tutta la famiglia Di Vita lavora nel locale: la moglie Lorella e figlia Jessica in cucina e Lara in sala col marito Alfonso che si occupa anche della nutrita cantina. Conto sui 70 euro.