In un bel borgo centrale, che sbuca nella piazza del Monastero di San Giovanni Evangelista, a due passi dal Duomo, c’è un piccolo locale, accogliente e informale, dove un gruppo di giovani è riuscito a portare con successo l’innovazione e la creatività che mancavano nel cuore della città.
La formula è quella del bistrot contemporaneo, due salette con pochi tavoli di legno, un bancone dove sorseggiare un calice mentre si gusta un piatto, e il nome dell’insegna Cortex ben illustra la tendenza in cucina a stratificare colori, consistenze, sapori, creando equilibri che hanno spesso un quid di insolito e sorprendente che si traduce in personalità. Ai fornelli, Simone Devoti e Diego Sales (si sono incontrati ad Iseo presso Il Volto di Vittorio Fusari) che interpretano ingredienti ricercati da piccoli produttori artigianali del territorio in chiave originale, svincolandosi dall’ossequio alla tradizione culinaria ducale già a partire dall’accostamento, certo non convenzionale per gli autoctoni, del Prosciutto di Parma con il chutney. Così, in carta, secondo stagione, si possono trovare l’Orzo nudo, cappasanta, rapa rossa e nocciole, le delicate carni della rara Pecora Cornigliese, con bieta, patate e nori e l’Anguilla con topinambur e tosatzu. Alcuni dei piatti sono disponibili anche in porzioni ridotte. Ottavia Devoti si muove con disinvoltura tra sala e bancone, pronta a dare un aiuto con gli abbinamenti enoici (la cantina è orientata verso i “naturali”). Il conto è sui 45-50 euro. A pranzo, anche un menù a 20 euro.