HomeE-bookTitanic Nordest | di Giorgia Golo, introduzione di Daniele Ferrazza

Titanic Nordest | di Giorgia Golo, introduzione di Daniele Ferrazza

 4,99

Nella raccolta di articoli che pubblichiamo, che percorrono il periodo settembre 2015-agosto 2016, vengono raccontate le ultime ore passate sul ponte del Titanic Nordest. tutti noi, naufraghi del Titanic, sappiamo bene che non saremo noi a costruire una nuova imbarcazione capace di solcare i tempestosi mari di questo XXI secolo. L’unica cosa che possiamo fare, ora, è guardare con un po’ di lucidità a quanto sta accadendo e cercare di non essere di intralcio a una nuova generazione che, ci auguriamo, faccia meglio di quanto abbiamo saputo fare. E che, soprattutto, impari dai nostri errori, per cercare di ricostruire.

Giorgia Golo è lo pseudonimo (frutto di un anagramma) con il quale VeneziePost cerca di sintetizzare conoscenze e competenze di osservatori particolarmente qualificati, capaci di avere visione delle problematiche di questo territorio. Pur essendo tali articoli frutto di un pensiero collettivo, l’intera responsabilità di quanto appare a firma Giorgia Golo, è in capo all’editore.
Introduzione di Daniele Ferrazza (Asolo, 1968). È un capocronista dei quotidiani locali veneti del Gruppo L’Espresso e di Affari & Finanza, l’inserto economico di la Repubblica. Scrive di politica e di economia regionale, è autore di numerose inchieste sulla casta politica, il sistema delle infrastrutture, l’assetto del territorio, le questioni urbanistiche. Tra il 1999 e il 2004 è stato assessore alla cultura e, tra il 2004 e il 2009, sindaco di Asolo. Tra il 2012 e il 2013 ha pubblicato, su Nordesteuropa.it, una serie di reportage sulle principali arterie delle Venezie, da cui è nato il libro Statale undici: le strade che hanno fatto il Nordest (Marsilio, Post Editori, 2014). Con un’inchiesta sulla fuga dei giovani all’estero pubblicata dal Mattino di Padova, nel 2013 ha vinto la targa del Presidente della Repubblica al “Premio cronista dell’anno” dell’Unione Cronisti Italiani

 

Descrizione

Il 2016 è stato l’anno del naufragio per un Nordest che, come il Titanic, stava già visibilmente dirigendosi da un paio d’anni verso gli scogli.

La cosa che non smetterà mai di sorprenderci è come, di fronte all’evidenza di quanto stava accadendo, nessun esponente della classe dirigente, sia riuscito ad avere la lucidità necessaria per organizzare almeno un paio di scialuppe di salvataggio. E di come, invece, ora che i superstiti sono aggrappati a qualche trave rimasta a galla, siano ancora convinti che la salvezza possa arrivare dal rimanerci aggrappati individualmente.

Nella raccolta di articoli che pubblichiamo, che percorrono il periodo settembre 2015-agosto 2016, vengono raccontate le ultime ore passate sul ponte del Titanic Nordest. Fa a noi stessi una certa impressione rileggerli, tanto rapidamente i fatti si sono succeduti in un clima surreale. Basti pensare che solo un anno fa, noi che eravamo tacciati come “pessimisti”, prevedevamo che le azioni delle popolari venete potessero finire per quotare metà del loro valore, e siano invece finite in pochi mesi a 10 centesimi l’una.

Molti dei protagonisti delle nostre osservazioni si sono offesi alla pubblicazione di questi articoli, ignorando il fatto che, da buoni amici che sulla stessa nave abbiamo navigato, vedendola schiantarsi senza che abbiano mosso un dito, ogni tanto abbiamo usato qualche tono un po’ veemente. Qualcuno di loro ha perfino lavorato alacremente per cercare di chiuderci la bocca, un po’ come aveva fatto l’allora Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ai tempi della nostra proposta di fare delle Venezie la Capitale Europea della Cultura. Ma – come Orsoni – oggi sono impegnati a risolvere qualche problema più serio di tipo giudiziario.

In ogni caso, tutti noi, naufraghi del Titanic, sappiamo bene che non saremo noi a costruire una nuova imbarcazione capace di solcare i tempestosi mari di questo XXI secolo. L’unica cosa che possiamo fare, ora, è guardare con un po’ di lucidità a quanto sta accadendo e cercare di non essere di intralcio ad una nuova generazione che, ci auguriamo, faccia meglio di quanto abbiamo saputo fare. E che, soprattutto, impari dai nostri errori, per cercare di ricostruire.