Arnaldo Clinica Gastronomica è un ‘monumento’ della ristorazione padana: e come tale rimane – attraverso i decenni (ben ottanta sono le primavere…) – immobile nella riproposizione di quei piatti che lo hanno reso celebre e che, ancora oggi, tutti coloro che siedono a questi tavoli vogliono gustare, quasi come scelta apotropaica nei confronti del tempo che fugge, e tutto trascina via.

Niente mode, quindi: qui sono bandite. E largo invece alla tradizione padana più dura e pura, fatta di salumi, paste all’uovo, arrosti e bolliti, serviti da solerti camerieri che girano per le sale guidando con scaltrezza giganteschi carrelli dai quali, con gesti teatrali da scalco rinascimentale, tagliano, sporzionano e condiscono. È inutile specificare – lo si sarà già ben capito – che qui cucina e leggerezza non vanno a braccetto: ma chi se ne importa davanti alla meravigliosa «spugnolata» (lasagna bianca ricca di besciamella con sugo di funghi) o di fronte al ben di Dio dei bolliti misti, proposti con kren, mostarde di frutta senapata e salsine varie? È una clinica questa (lo dice anche il nome!) e la cura va seguita sino in fondo, ovvero sino all’ennesimo carrello, quello dei dolci, dal quale scegliere (o anche non scegliere, decidendo di prendere un assaggio di tutto) fra zuppe inglesi, pere allo zabaione, crème caramel e torte del giorno.

La carta dei vini è assai ampia e spazia fra le più blasonate etichette italiane e francesi, proposte a prezzi corretti. Il conto parte da 50 euro in su. Disponibili, nella soprastante locanda, alcune confortevoli camere per prolungare la sosta.